Non ho mai tifato gli azzurri, non ho una goccia di sangue Italiano nelle vene e devo dire che il parmigiano sulla pasta al tonno mi é sempre piaciuto.
Nonostante tutto ciò agli occhi di tutti sono anch’io Italiano.
É comprensibile, ho passato i primi diciannove anni della mia vita in Italia dopodiché, come molti altri giovani della mia generazione ho deciso che se volevo lavorare in un paese serio, libero dalla corruzione, dai favoritismi e dai furbi che la passano sempre liscia me ne sarei dovuto andare.
Fu così che dodici anni fa lasciai l’Italia per trasferirmi in Scozia, dove ormai ho una famiglia, una casa di produzione di documentari e una vita che amo.
Eppure ogni volta che posso, ritorno: un progetto a La Spezia o a Torino? Perché no?! Un lavoro al DAMS di Gorizia? Certo! Una residenza artistica a Roma? Come no!
L’ultima offerta: “verresti a insegnare documentario nella prima scuola indipendente di cinema e illustrazione d’Italia?â€
…e fu cosà che su una chiamata Skype con Giulio Vita diventai coinvolto, un po’ sulla fiducia con la Scuola delle Scimmie.
Nell’ultimo mese a Lecce, in una fabbrica che si chiama Manifatture KNOS, dove una volta si insegnava il mestiere di operaio a giovani pugliesi che sarebbero poi stati “esportati†al Nord a lavorare sulle catene di montaggio della FIAT e dove ora l’associazione SudEst, che ha rimesso a posto la fabbrica, offre lo spazio per una moltitudine di altre associazioni (tango, mercatino kmZero, sala prove, arti circensi, l’Apulia Film Commission ecc…) sono stato parte di qualcosa di speciale!
La Scuola delle Scimme non é una scuola nel solito senso del termine. Niente corridoi, cattedre o professori, nessun provvedimento disciplinare o linguaggio formale e gerarchico tra insegnanti e studenti, non ci sono voti o attestati, il nome stesso serve a non farsi prendere troppo sul serio. Questa Scuola ha un unico scopo: quello di condividere le nostre conoscenze, e non solo a senso unico (dagli insegnanti agli allievi) ma in modo orizzontale, senza gerarchia, basando l’ascolto sul rispetto reciproco. Lo so, sembra assurdo. Ma é cosÃ.
I due corsi, uno di illustrazione e uno di cinema documentario si sono svolti in parallelo. Io ho insegnato quello di documentario e svariati illustratori si sono dati il cambio di settimana in settimana per occuparsi delle Scimmie Colorate.
Il corso era gratuito, i soldi venivano da un bando e servivano a fare un’edizione de La Guarimba Film Festival (che normalmente si tiene ad Amantea in Calabria a Luglio) a Lecce, solo che gli organizzatori, facendosi i conti in tasca hanno visto che i soldi in realtá erano piú del necessario e invece di pagarsi lauti compensi hanno investito in un progetto che da tempo sognavano: una scuola indipendente di cinema e illustrazione, uno spazio di scambio che non fosse né istituzionale e burocratico, né privato e costoso, una scuola per tutti insomma!
Ma non voglio parlare tanto della Scuola quanto delle persone che l’hanno resa possibile circondandosi di gente con svariati talenti: Giulio Vita e Sara Fratini, una copia di Italo-Venezuelani che da qualche anno a questa parte si stanno impegnando a cambiare l’Italia dall’interno e partendo dal Sud.
Troppo spesso in Italia ci si lamenta, ci si sdegna e poi ci si rassegna: “Tanto non cambia mai niente!†(se solo avessi un centesimo per tutte le volte che ho sentito questa frase!).
Lavorando con Giulio e Sara ho visto qualcuno che veramente si batte per un Italia etica e corretta.
Ed é così che la Scuola delle Scimmie é diventata qualcosa di più che un corso di cinema ed illustrazione, é diventato un esperimento sociale in cui le decisioni venivano prese collettivamente e dove gli altri erano visti come alleati e non concorrenti.
La scorsa settimana é finita questa prima edizione con un sacco di disegni, stampe, illustrazioni e scarabocchi e sette cortometraggi documentari eccellenti prodotti interamente nelle tre settimane del corso di cinema e già stiamo complottando su come ripetere l’esperienza. Intanto un gruppo degli studenti ha formato un collettivo creativo chiamato Los Guarimberos e si preparano a portare avanti il loro lavoro sostenendosi a vicenda con conoscenze e attrezzatura.
Così si cambierà l’Italia, con queste piccole realtà che escono dalle piccole oasi che si sono create ed interagiscono con gli altri, non si tratta solo di lamentarsi delle cose che vanno male ma di cambiare il NOSTRO comportamento, di ESSERE il cambiamento che vogliamo vedere!
A presto Guarimberos!